Quando si tratta di delizie culinarie, Siracusa è un vero gioiello. Situata sulla costa sud-orientale della Sicilia, questa città storica è nota non solo per la sua splendida architettura e le sue antiche rovine, ma anche per la sua vivace cultura gastronomica.
Le sue strade sono infatti punteggiate da pittoresche trattorie, ristoranti a conduzione familiare (e non), luoghi dove fare aperitivo, pizzerie e quante più attività ristorative che offrono uno sguardo alle ricche tradizioni gastronomiche della regione.
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E proprio di tradizioni gastronomiche ci occuperemo, noi di Ristoranti in Sicilia, in questo nuovo articolo: approfondiremo infatti le nostre conoscenze e vi suggeriremo alcuni dei piatti iconici che definiscono il patrimonio culinario di Siracusa, tra cui la stuzzicante Pasta Fritta alla Siracusana, la deliziosa Matalotta, le saporite Puppetti i Muccu, la corroborante Stimpirata, le sfiziose Scacce, le deliziose Cucche e le irresistibili Vavvaluci alla Siracusana.
Unitevi a noi in questo viaggio culinario alla scoperta dei sapori e delle tradizioni uniche che rendono mangiare a Siracusa un’esperienza indimenticabile: siamo sicuri che non ve ne pentirete!
CONSIGLI
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Cosa mangiare a Siracusa: 7 specialità da non perdere
1) Pasta Fritta alla Siracusana
Conosciuto sia col nome di Spaghetti alla Siracusana che con il più generico nome Pasta Fritta alla Siracusana, questa indulgentissima pietanza è uno degli status symbol della cultura culinaria della città.
Piatto largamente consumato e molto apprezzato sia dagli abitanti della città, altro non è che una preparazione a base di pasta (solitamente spaghetti) cotti in abbondante acqua salata e successivamente soffritta con dell’aglio e dell’olio extravergine d’oliva, filetti di acciughe e mantecata in una ricca e deliziosa spolverata di mollica di pane secco ben abbrustolita.
Con una una storia secolare alle sue spalle – leggenda vuole che questo fosse uno dei piatti preferiti dall’antico drammaturgo greco Euripide – oggi la pasta fritta alla Siracusana continua a essere un punto fermo della cucina locale, con ben due varianti decisamente gustose e stuzzicanti: quella ”classica” e quella ”rivisitata”.
La versione classica è forse quella più conosciuta e prevede appunto la frittura della pasta, fatta a partire dalla cottura di spaghetti freschi bolliti precedentemente e poi fritti in padella, oppure prendendo dal frigo della pasta avanzata e dandole in questo modo nuova consistenza.
La variante ”rivisitata” è invece presentata con una aggiunta di pomodoro e – in alcuni casi – di peperoncino , tuttavia sempre accompagnati dagli ingredienti base del piatto che rimangono acciughe e mollica abbrustolita.
Un piatto decisamente semplice ma non per questo banale o insipido: i fili di spaghetti perfettamente al dente, leggermente fritti per ottenere una stuzzicante consistenza croccante diventano infatti un qualcosa di irresistibile.
E non dimentichiamo le acciughe, che aggiungono profondità e un tocco di salinità a ogni boccone. Tuttavia, la pièce de résistance arriva sotto forma di pangrattato tostato cosparso sopra che fornisce una croccantezza irresistibile che eleva questo piatto allo status di specialità gourmet.
Non di certo innovativi ma autentici e deliziosi, gli spaghetti fritti alla Siracusana con acciughe e pangrattato abbrustolito sono semplicemente una svolta per tutti gli appassionati di pasta: noi di Ristoranti in Sicilia vi consigliamo di provarli qualora vi trovaste a Siracusa e voleste soddisfare la vostra voglia di un piatto semplice ma gustoso.
Del resto, trovarli non è difficile: dai ristoranti tipici a quelli gourmet, passando per trattorie, risto-bar e persino supermercati con banchi gastronomia ben forniti, questi deliziosi spaghetti si mostrano trionfali su ogni tavola o bancone a chiunque desideri averne un assaggio!
2) Matalotta Siracusana
Se siete amanti dei frutti di mare, la Matalotta è un piatto imperdibile a Siracusa. Questo sostanzioso stufato di pesce è una celebrazione dell’abbondante vita marina della regione. Anche se ogni famiglia ha la sua variante, l’essenza rimane la stessa: un brodo ricco e saporito riempito con una serie di delizie di mare fresche, tra cui pesce azzurro, gamberi, vongole e cozze.
Il segreto di una deliziosa Matalotta? È sicuramente negli ingredienti e nelle tecniche di cottura accuratamente selezionati. I cuochi siracusani prestano infatti molta attenzione a reperire il pesce e i frutti di mare più freschi disponibili sul mercato locale, affinché lo stufato possa essere quanto più genuino possibile.
Ma cosa contiene questo piatto? E perché il nome matalotta? Come abbiamo già accennato, la matalotta altro non è che uno stufato di pesce, arricchito da un brodo realizzato con verdure fresche il cui nome sembrerebbe derivare dal termine francese matalot che – oltre ad indicare il nome di una antica danza tradizionale francese – indicherebbe una cottura del pesce in umido nel vino.
Preparata partendo innanzitutto da un ricco soffritto a base di olio extravergine d’oliva, cipolla tritata, uno spicchio d’aglio, prezzemolo tritato e capperi – la zuppa di pesce alla siracusana o matalotta viene successivamente condita con salsa di pomodoro, fatta insaporire per almeno cinque minuti.
Cotte le verdure e insaporitasi la salsa, vengono poi aggiunti vino bianco e, poco a poco – cominciando dal formato più grande e finendo con quello più piccolo – i pesci ed i frutti di mare.
Fatta questa operazione, non resterà che aggiungere poi circa mezzo litro di acqua fino a ricoprire interamente il pesce e regolare di sale e pepe nero macinato al momento per una cottura totale di circa mezz’ora.
Accompagnata solitamente da un buon bicchiere di Chardonnay – vino spumante dal colore giallo paglierino dal profumo intenso tipico e dal sapore gradevole, fruttato e asciutto – la matalotta siracusana è un piatto corroborante e sostanzioso che – specie nelle giornate più fredde è in grado di scaldare il cuore dei commensali, deliziandoli allo stesso tempo.
Il suo mix in effetti è davvero eccezionale: un’armoniosa miscela di frutti di mare freschi, pomodori maturi, aglio aromatico ed erbe profumate che creano una sinfonia di consistenze a ogni boccone, svelando ad ogni cucchiaiata un viaggio squisito attraverso le profondità del mar Mediterraneo. Noi ve la consigliamo caldamente!
3) Puppetti i muccu
A Siracusa i puppetti i muccu, o frittelle di neonata, (novellame di pesce azzurro) altresì chiamate crispeddi di muccu o di nannatu, occupano un posto speciale nel cuore degli abitanti e di coloro i quali approdano in questa splendida città a caccia dei suoi sapori tipici.
Il perché di tanto amore nei confronti di questo piatto? Innanzitutto perché esso mette in mostra l’abilità e la creatività dei cuochi siracusani, e poi per il suo modo di evidenziare l’antico legame della città con il mare.
Preparate tradizionalmente durante le occasioni di festa e le riunioni di famiglia, i puppetti i muccu rappresentano una celebrazione della comunità, dell’amore e delle tradizioni culinarie che si tramandano da generazioni.
Realizzare questa pietanza non è complicato e lo sanno bene i siracusani, che della loro produzione sono maestri. Tuttavia, non bisogna dimenticare alcune accortezze, quale quella di lavare bene il novellame di pesce azzurro e farlo scolare adeguatamente.
Successivamente, sarà sufficiente mescolare bene i pesciolini con le uova sbattute, un trito di aglio e prezzemolo, sale, pepe nero e pecorino – tassativamente siracusano – grattugiato.
Una volta realizzate le polpette, basterà friggerle in padella con abbondante olio extravergine di oliva fino a doratura completa e gustarle ben calde e drenate dall’olio in eccesso.
Eccezionali se condite con un tocco di succo di limone spremuto al momento o gustate semplicemente al naturale – abbinandole a vini bianchi fermi dal profumo delicato e gradevole e dal sapore sapido e asciutto (come ad esempio un Ansonica o Inzolia) – queste polpette sono reperibili in lungo e largo nella splendida Siracusa.
Sia che vengano gustate come piatto principale o come centrotavola di un antipasto condiviso, i Puppetti i Muccu garantiscono un’impressione duratura e ricordi che saranno conservati a lungo dopo l’ultimo boccone.
4) Stimpirata siracusana
Piatto perfetto per chi, a preparazioni a base di carne e pesce preferisce pietanze a base vegetale, la Stimpirata siracusana è un piatto tradizionale semplice ma gustoso che promette di deliziare le papille gustative di coloro i quali la provano per la prima volta, senza far loro rimpiangere la mancanza di ”sostanza” conferita da tagli di carne o pesce.
Chiamata così per il modo in cui viene preparata, ovvero ”stemperandone” gli ingredienti durante la cottura, la stimpirata siracusana altro non è che un contorno/condimento siciliano composto da un mix di verdure e aromi da consumare in purezza o usare per condire carne, pesce o selvaggina.
Utilizzata un tempo per coprire l’odore di cibi non proprio freschi, la stimpirata è ad oggi un piatto simbolo della cultura culinaria siracusana, facilissimo da realizzare.
Per prepararla infatti, basta anzitutto mettere i capperi in acqua per dissalarli per almeno 15 minuti e successivamente preparare un trito di cipolla da far soffriggere in abbondante olio.
Ad esso verranno poi aggiunti il prezzemolo e il sedano tritati, la carota a tocchetti, capperi strizzati e menta. Dopo aver fatto rosolare il tutto per circa 5 minuti ed essersi assicurati che le verdure siano cotte, è possibile aggiungere olive denocciolate e tagliuzzate ed aceto in cui si fa solitamente sciogliere dello zucchero.
Arricchita talvolta dall’aggiunta di patate, peperoni ed altre verdure, la stimpirata non solo è un perfetto esempio di come i piatti più umili possano contenere storie e sapori decisamente accattivanti, ma è un piatto che noi di Ristoranti in Sicilia non potevamo non inserire in questa lista.
Del resto, come resistere dinanzi ad un vibrante miscuglio di verdure fresche ed una infusione di erbe aromatiche e spezie capaci di aggiungere un’incantevole profondità che spinge a tornare ancora e ancora tra le strade di Siracusa a caccia di sapori che catturano i sensi? Lo ammettiamo, noi non ne siamo capaci!
5) Impanata (conosciuta altresì come ”scaccia siracusana”)
Non si può dire di essere stati a Siracusa senza mai aver assaggiato un pezzo della celeberrima impanata.
Attribuita maggiormente alla tradizione dei prodotti tipici ragusani, l’impanata è reperibile anche a Siracusa, ed esattamente come nella poco lontana città siciliana non è nient’altro è che un prodotto da forno artigianale a base di pasta di pane farcito con diversi tipi di condimenti: da ripieni salati a conserve dolci, frutta secca, marmellate e confetture.
Nata tra il 1600 – 1700 durante il Regno delle Due Sicilie, l’impanata è ad oggi un piatto simbolo della città, ma anche piatto di maggior consumo, tanto che uno studio pro capite, ne ha stimato un consumo del circa 80% specie durante il periodo natalizio. Cosa la rende così unica ed irresistibile? Beh, il ripieno!
Se infatti la tradizione ragusana prevede un insindacabile ed insostituibile variante a base di pomodoro e tuma o caciocavallo (rigorosamente ragusani) ed una forma rettangolare, l’impanata siracusana può essere realizzata sia in formato rotondo che rettangolare ed è solitamente condita con ripieni decisamente più ricchi come salsiccia di suino nero dei Nebrodi, broccoli e toma siracusana in scaglie. O ancora ricotta vaccina siracusana, salsiccia, caciocavallo siracusano e semi di finocchietto oppure patate e cipolle bianche, rosmarino, provola e caciocavallo siracusano in scaglie.
Cos’altro possiamo aggiungere su questo piatto? Un prezioso uno scrigno culinario del quale, indovinare quali deliziose sorprese attendono le vostre avide papille gustative, diventa un piacere davvero pieno e ricco.
6) Cucche siracusane
Piatto caratteristico della Val Di Noto ed adottato anche nelle cucine siracusane, le Cucche sono una pietanza immancabile sulle tavole della splendida città siciliana.
Amate da grandi e piccini, da residenti e turisti, queste meraviglie di pasta si preparavano tradizionalmente nei momenti in cui si faceva il pane in casa, tenendo da parte un pezzo di pasta di pane per realizzare delle piccole ‘girelle’ da farcire con ripieni salati oppure dolci.
Così chiamate per la loro preparazione che prevede appunto l’ ”accucchiatura” ovvero l’unione di diversi pezzi di pasta di pane avanzati, le Cucche sono ad oggi un piatto dalla fama paragonabile a quella delle sopracitate impanate (o scacce che dir si voglia).
Il segreto della loro bontà? Anche in questo caso – come per le impanate – è il ripieno. Noi di Ristoranti in Sicilia consigliamo quello tradizionale a base di salsiccia fresca o stagionata di suino nero dei Nebrodi, olive nere a pezzettini e formaggi semi-stagionati e dunque morbidi al palato e filanti al taglio.
Tuttavia, altre ottime varianti possono essere quelle a base di salame e formaggi dolci oppure frutta secca e miele o ancora ricotta e cioccolato. Una preparazione decisamente sfiziosa e perfetta da gustare anche durante una passeggiata per le vie della città: del resto la loro comoda forma quasi ”tascabile” si presta benissimo ad essere tenuta in mano e mangiata ”da asporto”!
7) Vavvaluci alla siracusana
Piatto forse non adatto a tutti i palati e sicuramente non amato da soggetti pediofobici (ovvero spaventati dalle lumache) le vavvaluci alla siracusana sono un piatto decisamente particolare della cucina tipica della città siciliana.
Cosa sono le vavvaluci? Beh, appunto le lumache! Chiamate in dialetto siciliano anche ‘‘vavvaluci a picchi pacchi” ”o vavvaluci a ghiotta”, le lumache alla siracusana vengono consumate soprattutto durante il periodo invernale, come calda zuppa corroborante e (per alcuni) confortante.
Diverse dalle ”vavvaluceddi” (lumachine) le vavvaluci hanno un formato più grande e caratterizzate solitamente da un guscio di colore verde/marrone oppure bianco con striature concentriche marrone scuro.
Reperibili soprattutto tra le bancarelle di mercati rionali e in trattorie ed osterie tipiche della tradizione, le vavvaluci alla siracusana sono caratterizzate da un particolare condimento, che come avevamo accennato, è chiamato ”picchi pacchi”.
In cosa consiste questa buffa preparazione? In nient’altro, in realtà, che un sugo di pomodori pelati aromatizzato con aglio, prezzemolo macinato fresco, peperoncino piccante (o pepe), olio d’oliva e sale fatto cucinare con una percentuale più o meno elevata di acqua a seconda che si voglia mangiare una minestra oppure un secondo piatto dal sugo più ”ristretto”.
Vorreste cimentarvi nella preparazione o semplicemente conoscerne i dettagli? Ve ne diamo subito la ricetta, secondo quella che è proprio la storica preparazione tradizionale. Per prima cosa è bene ricordare che, essendo a tutti gli effetti dei molluschi terrestri – le lumache devono ”spurgare” per qualche giorno.
Per farlo, è sufficiente adagiare le lumache in un contenitore capiente e bucherellato con una manciata di pangrattato, quindi coprire bene per evitare la fuoriuscita delle lumache, al fine di non ritrovarsi le pareti della cucina brulicanti!
Assolta questa fase, bisognerà lavare le lumache molto bene, risciacquandole in acqua abbondante per diverse volte, fino a quando non sarà limpida e pulita. A questo punto si può dar via alla cottura: servirà almeno un’ora per una cottura perfetta.
Scolate e ben drenate dai loro liquidi di cottura, le lumache possono finalmente essere condite con il picchi pacchi di pomodori pelati, olio d’oliva, sale, peperoncino e prezzemolo tritato e saltate in padella per un paio di minuti.
E a quel punto finalmente è ora di assaggiare! Ogni cucchiaio di questa zuppa è una avventura che aspetta di essere gustata senza timore di osare con gusti sorprendenti e, per qualcuno, forse anche inconsueti. Consistenze particolari e sapore vagamente terroso le rendono non per tutti ma per molti. Occorre solo un pizzico di coraggio per superare la diffidenza iniziale!
Bene cari lettori, abbiamo parlato parecchio, e possiamo decretare concluso il nostro itinerario goloso attraverso i sette piatti immancabili nella città di Siracusa.
Quando si parla della ricca cultura dei piatti tipici siracusani, non si può fare a meno di abbandonarsi a una vera e propria sinfonia di sapori che stuzzicano le papille gustative e l’immaginazione.
Dalla deliziosa pasta fritta alla siracusana che canta un’armoniosa ode agli ingredienti siciliani come le acciughe ed il pangrattato fino alle più bizzarre lumache con il sugo di pomodoro a picchi pacchi, ogni boccone vi porterà in un viaggio stravagante attraverso il tempo e la tradizione.
È come se Siracusa avesse preso tutti i suoi tesori culturali e li avesse infusi in questi deliziosi piatti, così, invece di mangiare semplicemente del cibo, si vive una squisita danza di storia, passione e pura genialità gastronomica. Quindi, cari lettori, adesso tocca a voi!
Venite a visitare Siracusa e godere di questo questo glorioso medley: le vostre papille gustative meritano di vivere questa avventura epicurea!
(origine dell’immagine di copertina)
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In Sicilia si dice così. 500 modi di dire dialettali tuttora usati
500 modi di dire dialettali tuttora usati, tradotti e spiegati. Una raccolta “seria” di modi di dire siciliani, che include 500 locuzioni usate tutt’oggi sia da persone mature che dai giovani. Il modo di dire è cosa diversa dal proverbio, e riduce a poche parole un concetto altrimenti più lungo a spiegarsi, pertanto è molto usato dai siciliani, abili a farsi comprendere e a comprendere con menza palora